- Neo-Nazisti dell'Illinois (no, non sono i Blues Brothers). Scott Olson/Getty Images
Tra gli esponenti di estrema destra, il collasso economico e sanitario causato dal coronavirus, viene semplificato con la disinformazione e razionalizzato dall’imminente chiamata alle armi per reagire al caos globale.
Infatti, sin dalla dichiarazione di stato di pandemia, internet è stato invaso da un’accelerazione globale di violenza estremista.
Ad esempio, come evidenziato dal Counter Extremist Project, il 16 marzo, Simon Lindberg, leader del gruppo neo-nazista scandinavo Nordic Resistance Movement, posta su un blog un articolo per esprimere il suo “grande entusiasmo” per i risvolti positivi che il coronavirus porterà alla sua causa, generando, nel lungo termine, una “rivolta sociale”. Inoltre, un gruppo Telegram di estrema destra pubblica il video dell’eccidio di Christchurch che solo il 19 marzo riceve 40.000 visualizzazioni. Mentre, sempre a marzo, la German Atomwaffen Division, un gruppo che professa il negazionismo dell’olocausto, crea un profilo social su Gab, comunicando agli attivisti di prepararsi al “conflitto imminente”.
Negli ambienti di estrema destra, questa guerra civile che sovvertirà i governi ha un nome: “Boogaloo”. Uno scenario apocalittico, reso verosimile dalle conseguenze catastrofiche del Covid-19 e che ha galvanizzato il network di attivisti, da anni in attesa di questo disordine mondiale tra manuali di sopravvivenza, strategie di guerriglia e istruzioni per la realizzazione e l’uso di armi ed esplosivi. Il Boogaloo del coronavirus ha arricchito di credibilità la narrativa dell’estrema destra accelerazionista la quale auspica al collasso globale, la conseguente fine della democrazia e l’ascesa di un etno-stato governato dal principio di purezza della razza.
La purezza a cui aspirano gli accelerazionisti ha diverse applicazioni che, in questo momento storico, si rinnovano attraverso la pandemia.
Innanzitutto, l’eccessivo tasso di natalità dei migranti che sta sostituendo l’etnia bianca, inficiandone l’autenticità. Quindi, le teorie anti-globalizzazione e di difesa dei confini nazionali si arricchiscono del nesso tra l’incontrollato spostamento di esseri umani e il contagio del virus. A questo proposito, il 13 marzo, il gruppo estremista Identitäre Bewegung, posta sulla sua pagina Twitter le immagini della protesta dei suoi attivisti alla porta di Brandeburgo a Berlino scrivendo “Sia a causa del #CoronaVirus che per l’assalto di migliaia di immigrati illegali. La protezione delle frontiere è un modo legittimo ed efficace per proteggere una popolazione.”
Il tema della separazione razziale fa da link anche ad un aspetto particolarmente pericoloso dell’attuale propaganda di estrema destra: l’utilizzo del Covid-19 come arma. Premettendo che, negli Usa, dal 2017 i crimini d’odio contro gli ebrei sono aumentati del 37%, alcuni gruppi estremisti sono convinti che sia stato Israele a creare il virus in laboratorio per poi vendere il vaccino a tutto il mondo. In reazione a quest’idea, secondo l’FBI, alcuni gruppi neo-nazisti stanno incitando attivisti che sono risultati positivi al Covid-19 a diffondere il virus nelle comunità israelitiche usando flaconi pieni di fluidi corporali o frequentando luoghi di culto o di raduno.
La difesa della purezza, nella narrativa fondamentalista, non riguarda solo l’etnia ma anche la tutela ambientale. Precisamente, dallo slogan nazista che collega territorio ed etnia “blood and soil” (sangue e terra) all’utilizzo di tematiche ambientali per facilitare il dialogo con i più giovani (come probabilmente è avvenuto con l’avvicinamento all’estremismo per gli autori delle stragi di Christchurch o El Paso, l’eco-fascismo descrive l’incombente degrado ecologico in maniera apocalittica. Le cause del deterioramento ambientale, secondo la narrativa estremista, sono da imputare all’eccessivo consumismo e al sovrappopolamento del pianeta. Le soluzioni, invece, contemplano anche il genocidio. In quest’ottica, il Covid-19 diventa “la medicina della natura”, uno strumento “di bilanciamento” o utile a rovesciare l’economia mondiale.
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Quindi, il Covid-19 unito all’infodemia estremista, ovvero la diffusione di informazioni mirate a suscitare panico e frustrazione, diventa un’arma.
Ricollegando narrative preesistenti, come l’esasperazione dell’anti-globalizzazione o la scarsa competenza dei governanti, ai drammatici risvolti attuali della pandemia, i gruppi di estrema destra delineano un futuro catastrofico da cui potranno trarre profitto e prevalere. Questo progetto fa largo uso della comunicazione, ma ha già incluso, e potrà includere vittime e violenza.
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