Coronavirus - Emergenza poveri e senza casa - Si riducono le possibilità di mangiare e andare al bagno. Poche elemosine. Sosteniamo il lavoro dei volontari.
HuffPost - Il Blog - Mario Giro
Se chiudono ristoranti, bar etc., per chi vive sulla strada viene a mancare del tutto la possibilità di mangiare o di andare in bagno. Questa è la triste realtà. Restano aperte alcune mense ma non basta: bisogna andare a cercare i poveri laddove sono per aiutarli. Normalmente gravitano attorno agli ospedali ma ora non possono più. Centri e dormitori sono o chiusi oppure non li fanno uscire: in ogni caso spesso non danno da mangiare.
Dobbiamo renderci conto che per forza di cose quasi cessata ogni tipo di elemosina: un rivolo continuo che aiuta a restare in vita, indispensabile per tanti che solo così si procurano cibo e medicine.
Pensiamo ai “barboni” certo, ma anche a chi vive in macchina, a chi ha perso l’alloggio e ai tanti senzatetto per le innumerevoli ragioni che lacerano il tessuto umano e le famiglie. C’è anche il caso delle persone un po’ borderline, quegli individui singolari che popolano borghi e città, talvolta malati psichici lievi, altre volte soltanto uomini o donne soli o bizzarri. In questo clima di surreale paura da virus, possono perdere del tutto ogni orientamento…
Ci sono famiglie che vivono solo di aiuto e che ora non sanno dove andare a prenderlo. Ci sono i divorziati o separati a basso reddito. Ci sono giovani tossicodipendenti… Quando l’isolamento è al massimo, per tutti costoro la vita è più difficile. Sono coloro che soffrono di più. Infine un altro problema diverso ma simile: non dimentichiamoci dei terremotati.
Sindaci e prefetti dovrebbero tenere bene a mente queste emergenze nell’emergenza e facilitare il lavoro dei volontari, con tutte le precauzioni necessarie.
L’iniziativa semplice che tutti noi possiamo prendere è fare la spesa anche per loro, noi che possiamo farla sia direttamente che facendocela portare a casa, e poi offrirla alle associazioni e ai volontari che continuano a operare. Verranno loro davanti al nostro pianerottolo a prendersela. Ce ne sono in ogni città d’Italia grande o piccola, e con tutte le prudenze del caso, si stanno impegnando per dare almeno da mangiare. Aiutiamoli.
Se chiudono ristoranti, bar etc., per chi vive sulla strada viene a mancare del tutto la possibilità di mangiare o di andare in bagno. Questa è la triste realtà. Restano aperte alcune mense ma non basta: bisogna andare a cercare i poveri laddove sono per aiutarli. Normalmente gravitano attorno agli ospedali ma ora non possono più. Centri e dormitori sono o chiusi oppure non li fanno uscire: in ogni caso spesso non danno da mangiare.
Ne sta nascendo un’altra emergenza nell’emergenza che rischia di fare aumentare le vittime di questa situazione.Associazioni e volontari si danno da fare per non “chiudere” i servizi ma in questi tempi è cessato quasi ovunque - o fortemente diminuito - quel flusso di aiuti alimentari che solitamente permette a molte persone di sopravvivere. Dove trovare i pacchi alimentari? Dove andare a chiedere i resti del mercato o delle mense?
Dobbiamo renderci conto che per forza di cose quasi cessata ogni tipo di elemosina: un rivolo continuo che aiuta a restare in vita, indispensabile per tanti che solo così si procurano cibo e medicine.
Pensiamo ai “barboni” certo, ma anche a chi vive in macchina, a chi ha perso l’alloggio e ai tanti senzatetto per le innumerevoli ragioni che lacerano il tessuto umano e le famiglie. C’è anche il caso delle persone un po’ borderline, quegli individui singolari che popolano borghi e città, talvolta malati psichici lievi, altre volte soltanto uomini o donne soli o bizzarri. In questo clima di surreale paura da virus, possono perdere del tutto ogni orientamento…
Ci sono famiglie che vivono solo di aiuto e che ora non sanno dove andare a prenderlo. Ci sono i divorziati o separati a basso reddito. Ci sono giovani tossicodipendenti… Quando l’isolamento è al massimo, per tutti costoro la vita è più difficile. Sono coloro che soffrono di più. Infine un altro problema diverso ma simile: non dimentichiamoci dei terremotati.
Sindaci e prefetti dovrebbero tenere bene a mente queste emergenze nell’emergenza e facilitare il lavoro dei volontari, con tutte le precauzioni necessarie.
L’iniziativa semplice che tutti noi possiamo prendere è fare la spesa anche per loro, noi che possiamo farla sia direttamente che facendocela portare a casa, e poi offrirla alle associazioni e ai volontari che continuano a operare. Verranno loro davanti al nostro pianerottolo a prendersela. Ce ne sono in ogni città d’Italia grande o piccola, e con tutte le prudenze del caso, si stanno impegnando per dare almeno da mangiare. Aiutiamoli.
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